“Un lettore mi leggerà un giorno […] in un silenzio assordante, come il vento terrestre che inghiotte deserti e idiomi, sconvolte metropoli, il vento cosmico che spegne nebulose immaginarie e galassie, sussurro secco, apocalittico, come il soffio secco nelle narici dell’ultimo uomo che contempla lo sfacelo e la parabola del mondo, il soffio umido nella bocca del primo uomo che inspira insaziabilmente la nascita della terra, l’arca aurorale…”1 scrive Magda Cârneci nel Post-manifesto che conclude la raccolta Caosmo (Haosmos) del 1992. Questo frammento in prosa poetica, che nel trascendere il tempo immagina un dialogo universale con un ipotetico lettore futuro, rappresenta un’introduzione ideale alla poetica di Magda Cârneci poiché in esso si riflettono i contrasti violenti che attraversano, modellandola in profondità, tutta la poesia dell’autrice romena. (dalla Prefazione di Giovanni Magliocco)