Il romanzo Senilità, scritto da Italo Svevo tra 1892 e 1897, fu pubblicato solo nel 1898 a proprie spese, ed è la seconda prova dell'autore.
Lo scarso successo lo portò poi a un silenzio letterario durato venticinque anni. Venne riscoperto e ripubblicato nel 1927 a Milano, in seguito al clamore letterario dovuto alla pubblicazione della Coscienza di Zeno e alla critica positiva a questo romanzo da parte di Eugenio Montale al quale, questo secondo romanzo sveviano, appare un vero capolavoro: la complicazione del binomio tra “lottatori” e “contemplatori” si arricchisce con le figure di femminili di Amalia ed Angiolina. Il loro ingresso forma un perfetto quadrilatero in cui si specchiano i protagonisti...
Il protagonista ritorna a vivere la sua esistenza grigia e mediocre in solitudine, ricordando le donne amate unendo nella propria memoria l’aspetto dell’una con il carattere dell’altra. Secondo Svevo, l’invecchiamento non è legato allo stato fisico ma a quello mentale e la vera vecchiaia non è quindi quella del corpo ma quella dello spirito.