Pier della Vigna

Pier della Vigna
Pier della Vigna noto anche come Pier delle Vigne –  in latino Petrus de Vinea; (Capua, 1190 circa – San Miniato, 1249) iniziò la sua carriera nel 1220 come notaio al servizio dell'imperatore Federico II di Svevia. Impegnato attivamente nella vita culturale del cenacolo federiciano, si spese anche per lo sviluppo e poi per la protezione dell'Università di Napoli (probabilmente nel 1224 fu proprio lui a redigere la lettera circolare che sanciva la fondazione dell'istituzione).
Nel corso della sua carriera di alto funzionario di corte accumulò un vasto patrimonio. Fu arrestato a Cremona all'inizio del 1249 come traditore e pare che per punizione sia stato fatto accecare dall'imperatore. La sua morte avvenne poco dopo, per suicidio o forse per le conseguenze dell'accecamento.
Pier della Vigna, considerato uno dei massimi esponenti della prosa latina medievale, ha dato anche un pregevole contributo allo sviluppo del volgare di scuola siciliana con alcune canzoni e un sonetto sulla natura dell'amore.
E' inoltre noto per essere citato nella Divina Commedia nel XIII canto dell'Inferno. Dante Alighieri, ponendolo nella selva dei suicidi, lo assolve dall'accusa di aver tradito l'imperatore.