Ada Negri (Lodi 1870- Milano 1945) è stata una delle scrittrici più influenti del suo tempo. Nacque in una famiglia umile e passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Giuseppina "Peppina" Panni, lavorava come custode presso una nobile famiglia. In portineria Ada passava molto tempo da sola osservando il passaggio delle persone, come descritto nel romanzo autobiografico Stella Mattutina (1921). Al mestiere di maestra è legata, e contemporanea, l'attività di poetessa: fu così che la Negri iniziò a pubblicare i suoi scritti su un periodico Treves, "Margherita" e su un giornale lodigiano, il "Fanfulla da Lodi". In questo periodo compose le poesie poi pubblicate nel 1892 nella raccolta Fatalità che ebbe un grande successo, portando Ada ad acquistare la fama, che le consentì di ottenere il titolo di docente presso l'Istituto superiore "Gaetana Agnesi" di Milano. Così si trasferì con la madre nel capoluogo lombardo. Il 1896 fu l’anno del breve matrimonio con Giovanni Garlanda, un industriale tessile di Biella, dal quale ebbe la figlia Bianca, ispiratrice di molte sue poesie. La separazione avvenne nel 1913, anno in cui la Negri si trasferì a Zurigo, dove rimase fino all'inizio della prima guerra mondiale e dove scrive Esilio (pubblicato nel 1914) e la raccolta di novelle Le solitarie (pubblicata nel 1917). Le poesie di I canti dell'isola, un vero e proprio grido d’amore della poetessa lombarda per un’isola troppo solare e troppo azzurra per lei, furono scritte durante e dopo il soggiorno a Capri negli anni Venti. Nel 1921, anno del matrimonio della figlia Bianca, è la volta di Stella mattutina, romanzo autobiografico che ottenne notevole successo. Sorelle è un romanzo che racconta la storia di due sorelle legate da profondo affetto, ma anche da dinamiche complesse. L’opera di Ada Negri rappresenta un perfetto specchio della società italiana dell’epoca, in cui emergono temi come l’emancipazione, il sacrificio e la libertà personale, e che celebra il legame tra donne. Pubblicato nel 1929, questo libro si colloca tra le opere più rappresentative di una delle voci femminili più potenti della letteratura italiana del primo Novecento. Dieci anni dopo, la scrittrice, permeata da profondo pessimismo, chiusa in se stessa e in una ritrovata religiosità, affonderà in un progressivo oblio che l’accompagnerà alla morte ancor prima di compiere 75 anni.