Gli amori degli angeli fu scritto da Moore a Parigi, subito dopo un viaggio in Italia, e pubblicato per la prima volta nel 1823.
Tre giovani bellissimi conversano sulla cima di un colle illuminato dagli ultimi raggi del sole che tramonta, tra fiori profumati. La loro bellezza e il loro sguardo fanno capire che non sono di questo mondo, ma condannati a restare sulla Terra per le passioni che li hanno vinti. Parlano degli spazi infiniti, con rimpianto senza rimedio, illanguiditi dai sentimenti provati.
Gli Angeli descritti da Moore hanno struggenti sentimenti e desideri, a metà tra l’umano e il trascendente. Sono presi da passioni terrene, dall’amore per la bellezza delle donne, rese ancora più belle da una bruciante ansia di conoscenza. Il poemetto fu anche fonte ispiratrice per tanto lavoro dell’artista napoletano Domenico Morelli al quale Giuseppe Verdi era solito chiedere bozzetti di scene teatrali per meglio immedesimarsi nelle opere da musicare, e ci piace pensare che fu proprio per Verdi che Morelli scelse quest’insolito soggetto.
