Euripide

Euripide

Ultimo dei tre grandi tragediografi greci, nacque nel 485/4 a.C. Diversamente da Eschilo e Sofocle, non fu amato dai suoi concittadini (in particolare dal commediografo Aristofane, che spesso nelle sue opere lo irride) e la sua fama crebbe soltanto dopo la morte, avvenuta nel 406 a.C. Euripide, che visse nel pieno, prima dell’espansione, e poi della crisi politica e dei valori di Atene, portò nel teatro le contraddizioni del suo tempo: il largo uso della retorica e delle sentenze e l’appello costante alla ragione sono in linea con i dibattiti che allora animavano Atene. Escludendo dalle sue opere i grandi interrogativi sul rapporto tra l’uomo e la divinità, che pure avevano fondato la tragedia, Euripide ne segnò di fatto la fine.
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