De Sade Alphonse Donatien François

De Sade Alphonse Donatien François
Meglio conosciuto come Marchese de Sade, nasce a Parigi nel 1740, passa l’infanzia presso la nonna paterna ad Avignone ed in seguito ritorna nella capitale dove studia nel collegio “Luis Le Grand”. Nel 1763 sposa Rénée Pelagie de Montreuil e passa alcuni anni relativamente tranquilli interrotti da un primo soggiorno nella prigione di Vincennes perché accusato di essere un libertin autrè (ossia un libertino esagerato). Da questo momento inizia la leggenda del “Divin Marchese”, nata da due processi intentatigli per aver seviziato una mendicante e per altri “atti di libidine” per cui viene denunciato e addirittura condannato a morte in effigie dal tribunale di Aix en Provence che ordina che la sua immagine venga bruciata. Nel 1781 scrive la Grande lettera, concepita come risposta da imputato al proprio processo e testimonianza precisa sulla sua ideologia filosofica. Nel 1782 inizia l’attività letteraria scrivendo Il dialogo di un prete e di un moribondo. Negli anni seguenti scrive Le 120 giornate di Sodoma; Le disgrazie della virtù; I Crimini dell’amore e le Histoirettes. Nel 1789 viene liberato per decreto dell’Assemblea Costituente e diviene segretario della “Section de Piques”, ma già nel 1793 è arrestato come “cittadino sospetto”, sfiora la ghigliottina ed è rimesso in libertà dopo un lungo processo. Negli anni seguenti lavora al “Theâtre Français” e pubblica i romanzi Justine et Juliette (1797); La
filosofia nel boudouir
(1795); Aline e Valcour (1795) e il pamphlet della rivoluzione integrale Francesi ancora un sforzo.
Nel 1801 viene nuovamente arrestato, come “pornografo pericoloso ai costumi della Repubblica”, ed internato in se- guito alla Bastiglia, a Bicêtre e infine nel manicomio-prigione di Charenton dove morirà nel 1814.