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Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA CROATA : Nikola Šop

poesia croata : NIKOLA ŠOP

anno 2 - N° 02
12 Maggio 2017

Venerdì 28 aprile è stato presentato all’Università degli Studi di Udine il libro della Prof.ssa Fedora Ferluga-Petronio, Nikola Šop : poeta di Gesù e del cosmo, frutto di vent’anni di studio dedicati al poeta croato Nikola Šop, un’antologia che è una ricca panoramica della sua multiforme produzione (dalla poesia lirica, dalle prose lirico-filosofiche, dai radiodrammi), nonché un omaggio al poeta morto trentacinque anni fa.
Nikola Šop (Jajce, Bosnia, 1904) si trasferisce presto a Belgrado, dove finisce gli studi ginnasiali e si laurea in Filologia classica. Qui il 6 aprile del 1941 rimane vittima del primo bombardamento tedesco. Gettatosi da una finestra del secondo piano per salvarsi, rimane gravemente ferito, immobilizzarlo a letto per il resto della sua vita, spentasi a Zagabria nel 1982. Da questa grave disgrazia nasce il poeta cosmico Nikola Šop, il più grande poeta metafisico croato, uno dei maggiori della letteratura europea. La sua poesia passerà così da una fiduciosa religiosità d’ispirazione francescana ad insospettabili dimensioni cosmiche, in cui il poeta cercherà l’Assoluto attraverso la filosofia, la teologia e addirittura l’astrofisica. Lacerato da un profondo dualismo, spererà invano nella possibilità di un incontro fra microcosmo e macrocosmo. 
Di seguito riportiamo tre poesie tratte dall’antologia per noi curata dalla Prof.ssa Ferluga-Petronio. Ricordiamo che il libro è arricchito dalle opere dell’artista friulano Claudio Mario Feruglio.





  La casa abbandonata
  (Napuštena kuća)

 
 
            Nessuno accende la lampada alla finestra.
            Come se tutto fosse abbandonato o immerso nel sonno.
            Spalancato attende il piccolo ovile.
            Ma le pecore non ci sono.
 
            De’, ascolta dei fusi l’ovattato ronzio.
            Sono le vecchierelle che siedono nel buio cortile.
            Ma no, ormai nella cuccia senza cane
            ronfa un gatto rannicchiato, ronfa…
 
            Stride la serratura. Ora con la brocca in mano
            uscirà una fanciulla a coglier l’acqua, come un’ombra.
            Ma no, non c’è nessuno. È il vento della sera
            che ha smosso la porta socchiusa.
 
 


 


 
  Gesù legge il giornale
  (Isus čita novine)

 
 
            Lo so, mio buon Gesù, che durante una sera piovosa
            ti porterò per cena del pane, nascosto nel manto,
            ed entrando nella stanza vedrò tutto triste
            il tuo santo volto chino sul giornale.
 
            E non visto mi siederò accanto a te
            e vedrò oscurarsi il tuo puro volto,
            mentre scorri notizia su notizia,
            mentre turbato sfogli pagina su pagina.
 
            Come potrei allora consolarti
            stando pieno di vergogna davanti a te?
            E sarebbe la mia voce abbastanza forte
            da difendere tutto il mondo dinanzi a te?
 
            La mia piccola statura cadrebbe sotto il peso di tali
                                                                        parole,
            ma nei miei occhi splenderebbe una gioia umana.
            Lascia – ti direi con voce tremante – ,
            che la nostra piccola terra ruoti pure avanti.
 
            Poi uscirei pian piano davanti alla porta.
            E ti lascerei solo nel tuo dolore.
            Pregando sulla soglia che il buon profumo
            del pane sulla mensa calmi la tua ira.
 
 



 

 
  Miracolo, miracolo
 
 
            Inclinati osserviamo
            la notte capovolta.
 
            Ciò che prima era sopra di noi, nel cielo
            infinito, in alto,
            ora sotto di noi profondamente si snoda,
            si muove, oscilla.
 
            Ormai, non ci sovrasta più nulla.
 
            Dimenticammo le nuvole, i venti, le piogge.
 
            Degli spazi capovolti qui si innalza la cima.
 
            Non siamo forse a noi stessi –
            noi stessi fiato.







 
Nikola Šop poeta di Gesù e del cosmo, Prefazione, scelta, traduzione e commento a cura di Fedora Ferluga-Petronio, Raffaelli Editore 2017