Terza Pagina
Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA ITALIANA : Davide Brullo

poesia italiana : DAVIDE BRULLO

anno 2 - N° 09
22 Luglio 2017

Il trentatreesimo numero di questa nostra rivista lo dedichiamo alla nuova raccolta poetica di Davide Brullo, Abbecedario antartico, primo volume della neonata collana “Nuova poesia”.
Davide Brullo, che fra le molte altre cose è anche un collaboratore della nostra casa editrice, ha pubblicato Annali (2004), L'era del ferro (2007), Il lupo (2009), S (2010), Rinuncio (2014). Ha pubblicato con noi il suo primo libro, Scanni (2003) e Selah (2015); insieme a Walter Raffaelli dirige la collana "Scintille". 
Abbecedario antartico è un’opera densa e complessa; impenetrabile come le lastre di ghiaccio che evoca, concede soltanto di immaginare le profondità che cela. Ai nostri lettori regaliamo la possibilità di leggerne tre estratti.

 




I
 
solo la morte giustifica la vita –
«e se il padre fosse un deltaplano?»
pensò davanti alla bara giunta
dalla gola di un ghepardo – principesco
l’Ambivalente scollina su gambe
miracolose ma le cose – sappilo –
non accadono perché tu le scelga
 
«la natura dell’uomo è cambiata»
dice dalla perplessità del Volga
ora che la monarchia annuncia
una ricorrenza tra aironi e gigli –
in un errore grammaticale relega i decenni
 
non hai gettato le ammissioni
nel gelo – è un ottagono
per addomesticare le linci
 
 
 
 



X
 
«vennero a truppe i frati riconsegnando
a Dio i ghiacciai – babelici» è scritto
nella “Cronaca artica” – «dove va il riflesso
coniugato al bianco?» dissero perciò
agivano bendati nel bunker atlantico
 
le fiamme sembravano uomini – cose
che camminano verso i vergini
 
l’incoerente non si piega al nitrito
dell’ascia – «nessuno si lasci convincere
da chi pastura i ricordi e propone la stanzialità
se i continenti si incamminano e Dio
è aggiogato in una tenda» disse e disse
a chi venerava le vite nel ghiaccio
«un’etica distillata tra le migrazioni
non grava sul perdono – questi decenni
nel ferro velocizzano la vecchiaia –
chi ha un figlio che veglia tra i fiordi
della tenda in case simili a discorsi…»
 
 
 




XXIX
 
l’amore non è immobile come
la genziana del bianco su cui le volpi
decidono le verticali – già i generosi
limitarono le ali a un istante
– altrimenti come potrei rincorrere
i morti per patteggiare gli anni
dalla finestra e dal tuono
di una favola al miracolo sapendo
che in un agosto – sul corpo di serpente
dell’estate da cui traggono i mariti –
comparirà – con i diari artici
e il cuore dell’orca sterilizzato nel sorriso
– una perfezione codifica la vita –







 
Da: Davide Brullo, Abbecedario Antartico, Raffaelli Editore, Rimini 2017.