Terza Pagina
Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA CILENA : Nicanor Parra Sandoval

poesia cilena : NICANOR PARRA SANDOVAL

anno 3 - N° 12
24 Gennaio 2018

Lutto nel mondo della poesia. È scomparso ieri, 23 gennaio, a 103 anni - ne avrebbe compiuto 104 il prossimo 5 settembre - uno dei più significativi poeti in lingua spagnola del ventesimo secolo.  
Creatore dell’«antipoesia», profondamente ironico e irriverente, Parra ha posto l'attività del poeta in un atteggiamento critico nei confronti della letteratura. Tra i suoi libri segnaliamo: Poemas y antipoemas (1954), La cueca larga (1958), Versos de salón (1962), Obra gruesa (1969), Artefactos (1972), Sermones y prédicas del Cristo de Elqui (1977), Hojas de Parra (1985) e Poemas para combatir la calvicie (1993).
Un ampio esempio della sua opera è presente nella nostra antologia La grande poesia ispanoamericana  a cura di Giovanni Darconza.

EPITAFIO

De estatura mediana,
Con una voz ni delgada ni gruesa,
Hijo mayor de profesor primario
Y de una modista de trastienda;
Flaco de nacimiento
Aunque devoto de la buena mesa;
De mejillas escuálidas
Y de más bien abundantes orejas;
Con un rostro cuadrado
En que los ojos se abren apenas 
Y una nariz de boxeador mulato 
Baja a la boca de ídolo azteca 
–Todo esto bañado
Por una luz entre irónica y pérfida–
Ni muy listo ni tonto de remate
Fui lo que fui: una mezcla
De vinagre y aceite de comer 
¡Un embutido de ángel y bestia!



 

EPITAFFIO

Di statura media,
Con una voce né debole né grossa,
Figlio maggiore di professore elementare
E di una sarta di retrobottega;
Scarno di nascita
Benché devoto della buona tavola;
Di guance macilente
E di orecchie piuttosto abbondanti;
Con un viso quadrato
In cui gli occhi si aprono appena
E un naso da pugile mulatto
Che scende sulla bocca di idolo azteco
–Tutto questo bagnato
Da una luce tra l’ironico e il perfido–
Né molto sveglio né stupido da legare
Fui quello che fui: un miscuglio
Di olio e aceto da mangiare
Un insaccato di angelo e bestia!

 





LA MONTAÑA RUSA

Durante medio siglo 
La poesía fue 
El paraíso del tonto solemne. 
Hasta que vine yo 
Y me instalé con mi montaña rusa.

Suban, si les parece. 
Claro que yo no respondo si bajan 
Echando sangre por boca y narices.


 
LA MONTAGNA RUSSA

Per mezzo secolo
La poesia è stata
Il paradiso dello stupido solenne.
Finché sono arrivato io
E mi sono installato con la mia montagna russa.

Salite, se volete.
Chiaro che non risponderò se scenderete
Versando sangue dalla bocca e dal naso.






 
ÚLTIMO BRINDIS

Lo queramos o no
Sólo tenemos tres alternativas:
El ayer, el presente y el mañana.

Y ni siquiera tres
Porque como dice el filósofo
El ayer es ayer
Nos pertenece sólo en el recuerdo:
A la rosa que ya se deshojó
No se le puede sacar otro pétalo.

Las cartas por jugar
Son solamente dos:
El presente y el día de mañana.

Y ni siquiera dos 
Porque es un hecho bien establecido
Que el presente no existe 
Sino en la medida en que se hace pasado 
Y ya pasó,
                 como la juventud.

En resumidas cuentas
Sólo nos va quedando el mañana:
Yo levanto mi copa
Por ese día que no llega nunca
Pero que es lo único
De lo que realmente disponemos.



 
ULTIMO BRINDISI

Che lo vogliamo o no
Abbiamo solo tre alternative:
Ieri, il presente e il domani.

E neppure tre
Perché come dice il filosofo
Ieri è ieri
Ci appartiene solo nel ricordo:
Alla rosa che si è già sfogliata
Non si può tirar fuori un altro petalo.

Le carte da giocare
Sono solamente due
Il presente e il giorno di domani.

E neppure due
Perché è un fatto ormai assodato
Che il presente non esiste
Se non nella misura in cui si fa passato
Ed è già passato,
                             come la gioventù.

Riassumendo
Ci rimane solo il domani:
Io sollevo il mio calice
Per quel giorno che non arriva mai
Perché è l’unica cosa
Di cui realmente disponiamo.
 
 


Traduzioni di Giovanni Darconza per: La grande poesia ispanoamericana, Raffaelli Editore 2018