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Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA ITALIANA : Giovanni Perrino

poesia italiana : GIOVANNI PERRINO

anno 3 - N° 12
12 Marzo 2018

Giovanni Perrino è nato a Palermo e vive tra Mantova e Roma. Dirige l’Ufficio Istruzione presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca e si occupa di didattica interculturale, di poesia e critica letteraria. È autore delle raccolte Malastrana (Ed. All’Antico Mercato Saraceno 2004); Ellis Island. Poesie dopo l’11 settembre (Interlinea 2007) e Dorso d’asino – Possibili rallentamenti (Interlinea 2012).
Per la nostra casa editrice ha curato il Quaderno 1 dell’Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 5 del 2017, dedicato alla Russia e alla rivoluzione sociale del fare poesia. Nello stesso anno ha pubblicato con noi una raccolta poetica dal titolo Liturgia degli anni. Questo mercoledì 14 marzo presenterà entrambi i lavori presso la Biblioteca comunale di Ostiglia (Mantova), alle ore 20.30. Noi lo sosteniamo così, condividendo con i nostri lettori due poesie estratte dalla sua recente raccolta.

 



 

CONFINE
 

Viaggio sottile affilata lama ai confini del sé
Indossalo perché nessun indizio resti
Della notte di devastazione con la morte
Che preme alle spalle incalzando la resa
Fra tempeste calcinacci e sghembi mobili
In caffetani bianchi tentiamo passi di danza
Cercando il ritmo fra recessi e valichi
Nel nero bosco regno di nottole e tassi
Tremanti di luce affiorano sillabe sparse
E chiedono una tardiva ricomposizione
Incorporei cerchiamo l’ombra e un ramo
Per segnare il ritmo e il cammino a ritroso
Ove memoria aiuti a riconsiderare il tutto
Un attimo prima che chiusi possibili varchi
Risuoni lo squarcio impietoso del lampo









 

FRATELLI
 

Non fa torto all’onnipotenza se ci chiedi
Di fissarti irriverenti eredi di Prometeo
Non conosciamo le ragioni delle soglie
Che transitano tra altro e oltre luce e buio
Siamo brani molteplici di doloranti storie
Siamo muro d’acque rumoroso sulle balze

Un salto lungo nell’orrido prima di farsi lago
Pronto a incontrare il mare nel fiordo nero
Che risale fino al cuore e ripiega salino
Quando il sole si fa polvere d’aria fangosa
Una nuvola dà senso alla raggiunta misura

Una madonna incurante del trionfo di putti
Scende a valle in processione a piedi nudi
Contro il gelo avvolta nel suo nero manto
Silenziosa nella notte di pioggia accosta
Cadaveri argentei di bianca luce del molo 

Lontani falò nei campi inceneriti dalla fuga
Sento la fatica del braccio che mi ferma
È mancato l’amore sussurro mentre risuona
Musica di pietra nel cielo gravido di paure
Impervie come grigie vie di mare in burrasca
Vi cerco nel campo fratelli di rovi e spine








 

Da: Giovanni Perrino, Liturgia degli anni, Raffaelli 2017.