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Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA HONDUREGNA : Rolando Kattan

poesia honduregna : ROLANDO KATTAN

anno 3 - N° 12
5 Aprile 2018

Vogliamo presentare oggi ai nostri lettori, per la prima volta, un poeta honduregno. Il suo nome è Rolando Kattan ed è nato a Tegucigalpa, Honduras, nel 1979. Oltre che poeta – Kattan è autore di sei libri di poesia – è operatore culturale e membro effettivo dell’Accademia Honduregna della lingua. Siamo felici di poter annunciare che presto pubblicheremo una sua antologia poetica in traduzione italiana dal titolo Un paese tra le fronde / Un País en la fronda, per la traduzione di Emilio Coco. I versi che qui sotto riportiamo ne sono un’anticipazione.






SEPULTURA DEL TACTO
 
Aquella habitación que, acaso, guarda ahora
sólo el recuerdo vivo de un único habitante

Francisco Brines
 
 
Desde la soledad de las paredes
imagino la casa abandonada:
 
Una finísima capa de polvo
cae sobre los días, cosa fúnebre
sin familia;
 
comienza con la huella de tu pie
–calor desnudo sobre losa fría–,
después sepulta el tacto
hasta que un viento suave y laborioso
hace las veces de sepulturero. 
 
Los muros atestiguan
el paso lúgubre de las arañas,
y en sus ladrillos quedan
discusiones, rutinas y costumbres.
 
Los boleros que tanto te gustaban
se lamentan en esas manchas húmedas
y recuerdan que aquél repella y pinta
siempre fiel al servicio de la muerte.
 
A las paredes las destruye el tiempo,
en sus escombros me hallarán. 






 
SEPOLTURA DEL TATTO
 
Quella stanza che, forse, conserva adesso
solo il ricordo vivo di un unico abitante

Francisco Brines
 
 
Dalla solitudine delle pareti
immagino la casa abbandonata:
 
Un sottilissimo strato di polvere
cade sopra i giorni, cosa funebre
senza famiglia;
 
comincia con l’impronta del tuo piede
– caldo nudo sopra la lastra fredda –,
poi seppellisce il tatto
finché un vento soave e laborioso
funge da becchino.
 
I muri testimoniano
il passaggio lugubre dei ragni,
e sui mattoni restano
discussioni, routine e usanze.
 
I boleri che tanto ti piacevano
si lamentano in quelle macchie umide
e ricordano che quello rinzaffa e dipinge
sempre fedele al servizio della morte.
 
Le pareti le distrugge il tempo,
nelle loro macerie mi troveranno.
 
 
 
 


 
 
RECORDĀRI
 
Recordar: Del latín recordāri 
(derivado de COR “corazón”)
Joan Coromines
 
 
Lo que en la sangre recircula
es un albur, maneras del azar:
 
El ritmo de olvidos y memorias
la cadencia del pulso.
 
Acercarte a un recuerdo es empujar
a leucocitos a moverse en contra
del torrente sanguíneo; lo intentan
pero cuando ya casi, quedan lejos.
 
Lo que en la sangre recircula
es un albur, maneras del azar:
¿Es un vaivén de mecedora o el dónde,
tu abuela se volvió sagrada estampa?
 
Ácaros pactarán con el olvido,
la sangre, con el brillo de las cosas.

 






 
RECORDĀRI
 
Ricordare: Dal latino recordāri 
(derivato da COR “cuore”)

Joan Coromines
 
 
Quello che ricircola nel sangue
è un inganno, maniere del caso:
 
Il ritmo di oblii e di memorie
la cadenza del polso.
 
Avvicinarti a un ricordo è spingere
i leucociti a muoversi al contrario
del torrente sanguigno; ci provano
ma quando ci sono quasi, restano lontani.
 
Quello che ricircola nel sangue
è un inganno, maniere del caso:
È un viavai di sedia a dondolo o il dove
tua nonna diventò immaginetta sacra?
 
Acari scenderanno a patti con l’oblio,
il sangue, con lo splendore delle cose.
 
 






Da: Rolando Kattan, Un paese tra le fronde / Un País en la fronda, Traduzione di Emilio Coco, Raffaelli 2018.