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Il Marchese di Roccaverdina

  • Lingua italiano
  • Pagine 366
  • Formato pdf (digitale)
  • Anno di pubblicazione 2019
  • A cura di Walter Raffaelli
€ 1,00
iva inclusa
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Il marchese di Roccaverdina, pubblicato nel 1901, dopo circa quindici anni di lavoro, è il capolavoro di Luigi Capuana e sancisce un “ritorno” alle origini veriste del suo autore, dopo tentativi narrativi sperimentali a sfondo psicologico. Il romanzo intreccia motivi di carattere sociologico, sulla linea della più tipica narrativa verista, all’elemento psicopatologico. La storia narrata è quella del marchese di Roccaverdina che, per ragioni di convenienza sociale, dà in sposa la giovane contadina che tiene in casa come serva-amante a un suo sottoposto, Rocco Criscione, che si impegna a rispettarla come una sorella ma che in seguito, avvelenato dal sospetto, proprio il marchese uccide a tradimento, lasciando che venga incolpato del delitto un altro contadino. La vicenda, che si snoda sullo sfondo di una campagna siciliana arida e desolata con un ritmo cupo e ossessivo, è narrata dal marchese come ricordo angoscioso e come confessione. Il tema dominante, tutt’altro che facile, è quello della progressiva follia del protagonista dalle prime paure spiritistiche ai vari tentativi di placare l’angoscia e il rimorso con la religione, con il lavoro, con il matrimonio, con il materialismo e l’ateismo, fino alla follia, alla demenza, alla morte.
Il marchese di Roccaverdina fonde ambientazioni veriste con una storia di dannazione e di analisi delle passioni estreme. Sfondo della vicenda, un’ottima rappresentazione della Sicilia contadina e feudale. Il marchese di Roccaverdina è un’ottima sintesi dei diversi - e a volte contraddittori - interessi culturali del suo autore, fedele non solo al verismo ma anche aperto alle nuove correnti letterarie europee.

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